Relazioni parasociali: perchè alcuni personaggi ci attraggono?

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E’ ormai assodato come i videogiocatori possano affezionarsi ai personaggi, in modi che vanno dal’ appassionarsi alle loro vicende, sentirsi soddisfatti nel’ interagire con loro, fino a vera e propria attrazione. Come possiamo avere un legame affettivo con qualcosa che non ha consistenza fisica (come gli oggetti che ci sono cari) ma virtuale, e pur interagendo con noi sicuramente non è un “qualcuno” (come le persone e per certi versi gli animali?)? in quelle che vengono definite “relazioni parasociali”? Come spesso accade più che a una risposta sembra emergere un insieme di fattori incrociati fra loro.

SIAMO MACCHINE DA SOCIALITA’ – Concludendo il mio ultimo articolo su Clippy, notavo ancora una volta come tendiamo a metterci in relazione con i programmi informatici , anche semplicemente perchè questi si dimostrano interattivi con noi. Possiamo risalire alle origini di questo meccanismo nella nostra storia evolutiva di animali sociali: per i primi ominidi, la cui sopravvivenza dipendeva dalle relazioni che stabilivano con i propri simili, una spiccata sensibilità ai segnali sociali era fondamentale. La selezione naturale deve aver progressivamente favorito gli individui pronti a interagire con altri esseri senzienti: perdere un potenziale alleato poteva essere fatale, salutare un fantoccio di forma umanoide e non ricevere risposta era al massimo uno spreco di energie. Anche quindi un personaggio non molto caratterizzato, pensiamo ai PNG dei giochi di ruolo con le loro battute, può quindi risultarci simpatico.

ATTACCAMENTO – Prosecuzione naturale di quanto sopra è la necessità per gli esseri umani di un sistema di atteggiamenti e comportamenti volti a instaurare relazioni privilegiate fra le persone. Si tratta di quello che lo psicoanalista John Bowlby descrisse con il nome di “sistema di attaccamento”: come successivamente dimostrato da un ricco filone di ricerche sperimentali le prime esperienze del bambino con chi si prende cura di lui portano alla formazione di modelli interni che strutturano le aspettative sulla relazione futura. Dall’altra persona infatti non cerchiamo solo sostentamento materiale ma anche contatto e nutrimento emotivo: ecco dunque come possiamo sentirci legati a personaggi che ci fanno provare emozioni.

CARATTERISTICHE DEL PERSONAGGIO – E’ altrettanto vero che alcuni personaggi ci possono sembrare odiosi, irritanti nelle loro pretese di “relazione”. Cosa fa la differenza? Jaime Madigan, dottore di ricerca in psicologia e curatore del blog “Psychology of games”, ha evidenziato come gli elementi che promuovono il legame parasociale emergenti dalla ricerca siano molto presenti nei videogiochi moderni.

RIVOLGERSI DIRETTAMENTE ALL’UTENTE – Anche quando hanno una personalità ben definita i personaggi dei videogiochi sono comunque controllati dal giocatore, diventando così una sua estensione e permettendogli di vivere l’esperienza dell’interazione con vari comprimari. Questo effetto è ovviamente ancora maggiore quando il personaggio è fortemente personalizzabile, come in vari giochi di ruolo. Pensiamo inoltre ai tanti “assistenti” dei tutorial o dei giochi gestionali, che ci accompagnano per tutto il gioco e in modo più o meno velato si rivolgono all’utente piuttosto che al personaggio. Infine un caso particolare e spesso molto efficace è la rottura della quarta parete: personaggi fittizi che si rivolgono direttamente al mondo reale.

USO DELLA COMUNICAZIONE NON VERBALE – Rifacendoci alla nostra ipersensibilità agli stimoli sociali sopra descritta, capiamo  come personaggi animati ed interattivi ci facciano cadere facilmente nella trappola di considerarli “vivi”.

PIACEVOLEZZA ESTETICA – Parliamo di design accattivante e tecnologie grafiche, ma anche di come non manchino eroi e sopratutto eroine videoludiche progettati per essere fisicamente attraenti. Non sottovalutiamo anche però l’effetto della neotenia, ovvero il mantenimento di caratteristiche infantili (una per tutte, gli occhi grandi) che suscitano un senso di tenerezza e protezione.

CAPACITA’ DI FAR VEDERE LE COSE DAL PROPRIO PUNTO DI VISTA – Nel suo essere finzione interattiva il videogioco ci rende partecipi e cooperatori delle azioni dei personaggi, possiamo quindi simpatizziamo per loro perchè ci siamo letteralmente “messi nei loro panni”.

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