Perché giochiamo ai videogiochi?

Facebook
Twitter
LinkedIn

I videogiochi sono sulla scena dell’intrattenimento ormai da molto tempo e, da quando esistono, portano con sé stigma sociale, stereotipi e discussioni. Viene quindi naturale chiedersi: come mai, se i videogiochi sono tanto stigmatizzati, il numero di videogiocatori continua a crescere?


Moltissime ricerche sono state fatte per analizzare i possibili effetti negativi dei videogames, sulla salute fisica e mentale. Finora tuttavia i ricercatori non hanno dimostrato la stessa dedizione nell’analizzare i benefici che i videogiochi portano. I videogiochi aumentano, infatti, il benessere e sono strumenti importanti per aiutare a modificare comportamenti nocivi. Alcune applicazioni dei videogiochi nell’ambito della salute includono: smettere di fumare e combattere i disagi psichici, come la depressione. Sono tuttavia proprio gli effetti positivi che spingono gli oltre 2.5 miliardi di giocatori nel mondo a continuare ad approcciarsi a questo media.

 

Cosa ci spinge a giocare?

Il primo a condurre uno studio, utilissimo per riuscire a ricomporre il quadro del perché i videogiocatori giochino, è stato Nick Yee. Questo ricercatore americano ha individuato tre componenti motivazionali che starebbero alla base dei comportamenti dei videogiocatori.

  1. La realizzazione. Questa componente comprende la volontà di avanzare nel gioco, l’interesse per le regole e le meccaniche del gameplay. Inoltre include la voglia di competizione, sia verso altri giocatori sia verso il gioco stesso.
  2. La componente sociale. Questa componente riguarda la voglia di formare connessioni con gli altri e si concretizza nel chattare con gli altri gamers ed aiutarli durante le partite. Alla base c’è il desiderio di far parte di uno sforzo collettivo.
  3. L’immersività: questa componente riguarda la creazione e la personalizzazione di un personaggio, che portano il giocatore ad identificarsi col proprio avatar. Nick Yee associa questa componente al desiderio di fuga dalla realtà.

Un altro studio, basato sulla Self Determination Theory di Richard Ryan ed Edwars Deci, afferma che il comportamento umano è guidato principalmente dai bisogni primari di competenza, autonomia e socializzazione. L’essere umano tenderebbe quindi a preferire attività che soddisfano uno o più di questi bisogni.

 

L’importanza del Flow e della soddisfazione

Nei videogiochi è il flow, anche detto flusso, a soddisfare il bisogno di competenza. Il flow, definito in psicologia anche esperienza ottimale ed introdotto per la prima volta nel 1975 dallo psicologo Mihály Csíkszentmihályi, è uno stato mentale completamente focalizzato che la nostra mente adotta per ottimizzare le risorse cognitive durante un compito impegnativo. L’esperienza di Flow si verifica quando il gioco sfida le risorse del videogiocatore tanto da risultare sempre interessante e mai noioso, ma non tanto difficile da attivare meccanismi di frustrazione. Il videogioco diventa così mezzo attraverso cui il giocatore misura la propria competenza, traendone soddisfazione.

 

Il bisogno di autonomia viene soddisfatto dal fatto che i giocatori hanno il pieno controllo del gioco e giocano volontariamente. Infine, il fatto che i videogiochi i giocatori siano in grado di interagire e competere con gli altri soddisfa il bisogno di relazione. Questo avviene in maniera molto differente rispetto a quanto accade nella vita reale e porta a relazioni piiù soddisfacenti. Uno studio della National Dong Hwa University ha confermato che, ciò che spinge di più i giocatori a continuare a giocare, siano proprio la soddisfazione e l’esperienza del Flow.
Soprattutto nei giochi multiplayer e online, quando un giocatore ha ottenuto molti riconoscimenti, o ha fatto molte connessioni con gli altri giocatori, questi giocheranno un ruolo significativo nel determinare se egli continuerà a giocare a quel gioco. Il bisogno di socializzazione, infatti, risulta essere sempre più centrale, incentivato e soddisfatto dalle numerose community che nascono online ogni giorno.

 

I Videogiochi fanno bene

Altri studi si sono incentrati sulle caratteristiche che i videogiochi più apprezzati dai giocatori avrebbero in comune. Le caratteristiche principali, evidenziate dallo studio di Tone, Hui-Jie, Zhao, Hao-Rui, Yan e Wan-Seng, sarebbero il divertimento ed il rilassamento.

Diversi studi hanno infatti evidenziato come il divertimento sia fondamentale per il benessere della psiche. In generale, come affermano Ruby Nadler, Raheò Rabi e John Paul Minda, ricercatori dell’Università dell’Ontario occidentale, l‘umore positivo migliora la capacità di soluzione dei problemi creativi e il pensiero flessibile. Zillmann e Bryant hanno evidenziato un altro motivo. I due ricercatori, nei loro studi, sottolineano come i videogiocatori utilizzino i videogame per rapportarsi ai propri stati emotivi. Attraverso i videogiochi, infatti, è possibile gestire le proprie emozioni. Questo può avvenire sia cercando di alleviarle, cercando una distrazione, sia cercando di suscitarne di specifiche, come ad esempio la paura nei videogiochi Horror.

Inoltre, è importante ricordarsi dei molti benefici che comporta il giocare ai videogame. Diverse ricerche hanno infatti dimostrato che, a differenza dei non giocatori, i gamers hanno una migliore coordinazione visuo-motoria, migliore rappresentazione spaziale, maggiore attenzione visiva ed una migliore capacità di astrarre i concetti. Tutto questo senza contare il cambio di paradigma nell’utilizzo dei videogiochi che ha comportato l’introduzione dei Serious Games, i cui scopi sono legati ad aiutare a risolvere problemi della vita reale, come la sanità o l’istruzione.

More to explorer

L’ottimizzazione, o morte del divertimento

“Given the opportunity, players will optimize the fun out of a game.” Questa è una celebre citazione del 2011 di Soren Johnson, game designer di Civilization. “Data l’opportunità, i videogiocatori ottimizzeranno il divertimento fuori dal gioco.” Un concetto che può

SQUID GAME: IN ARRIVO IL VIDEOGIOCO

La serie tv di Netflix “Squid Game” ha spopolato in tutto il mondo. Gli autori di Netflix hanno annunciato che diventerà presto un videogioco. Se siete finiti qui è perché da veri fan della serie tv, non volete perdervi tutte

Il Gamer Regret, ovvero il rimpianto del giocatore: cos’è?

A quanti noi videogiocatori è capitato di aver rimpianto tante ore spese davanti ad un videogioco? Inutile mentire, a molti di noi è successo. Per giocare ad un videogioco siamo scesi un po’ a compromessi, rinunciare ad andare al mare

Scrivi un commento

Questo sito utilizza i cookies per migliorare l'esperienza d'uso dell'utente. Proseguendo nella navigazione dichiari di aver letto e accettato i termini e le condizioni di utilizzo, per maggiori informazioni a riguardo clicca

QUI